I diavoli sono gli uomini che guardano e il loro forcone lo sguardo.
(Jean-Paul Sartre)
Caronte è un solo ispirato alla omonima figura mitologica e tenta di racchiudere in sé un nome, un viaggio, un desiderio. La “ferocia illuminata”, forza apparentemente distruttiva, si spoglia del suo aspetto demoniaco per assumere quello silenzioso del guardiano, strumento di accesso al superamento di un confine. Decostruendo l’immaginario dell’inferno come luogo ultraterreno, Caronte è ponte narrativo di una traversata invisibile nella quale il corpo dell’interprete è investito: abbandonato al flusso delle acque perigliose della sua mente. Cosa succede al nostro corpo quando la mente oppone resistenza? Cosa succede quando non riusciamo a sottrarci allo sguardo dell’altro?
Racchiuso nella destinazione del viaggio, il desiderio di portare in superficie, sottrarre peso a una fragilità.