𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗶𝗻 𝗤𝘂𝗼𝘁𝗮 𝟮𝟬𝟮𝟮 - 𝗣𝘂𝗻𝘁𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶 accoglie artiste e artisti provenienti da tutte le discipline appartenenti al mondo delle arti dal vivo e cerca, in un territorio vivo e ricco come quello dell’Altopiano delle Rocche, di portare avanti un‘indagine a contatto con la cittadinanza e il contemporaneo. Per questa nuova edizione abbiamo lavorato in continuità con l’anno scorso nel configurarci come un luogo aperto al dialogo, attraverso laboratori e residenze, e attento a diversi percorsi artistici, sia quelli già largamente riconosciuti e affermati sia quelli in via di formazione e scoperta. Il Festival stesso, con la Direzione Artistica di Alessandro Businaro (1993) e la Direzione Esecutiva di Dario Del Fante (1991), si identifica come un laboratorio libero, non esclusivo e recettivo. Per 𝗣𝘂𝗻𝘁𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶 sono stati invitate figure artistiche che attraverso il rapporto con il pubblico, il rapporto con il corpo, il rapporto con la tecnologia, il rapporto con la parola e con lo spazio urbano possano mettere in crisi il significato del termine teatro.

Cosa troverete in questa edizione?

Troverete corpi vivi, domande aperte e ricerca condivisa di punti cardinali per orientarsi.

𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘥 𝘢𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘰𝘧𝘧𝘦𝘳𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭'‘𝘪𝘯𝘨𝘳𝘦𝘴𝘴𝘰


"Padri Nostri" 𝘓𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰  𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘈𝘭𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘥𝘳𝘰 𝘉𝘶𝘴𝘪𝘯𝘢𝘳𝘰
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"Padri Nostri" 𝘓𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘈𝘭𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘥𝘳𝘰 𝘉𝘶𝘴𝘪𝘯𝘢𝘳𝘰

Padri Nostri è un laboratorio per artiste e artisti performativi (attori e attrici, danzatrici e danzatori, ecc.) che si terrà per il secondo anno consecutivo a Rocca di Mezzo (AQ) dal 10 al 16 Agosto. È uno spazio di riflessione e di studio attorno alle tematiche dell’eredità e della familiarità condotto e voluto da Alessandro Businaro. Saranno 7 giorni di scambio disarmato sulla relazione con i nostri padri, con le nostre madri, con la terra dove siamo nati, con la politica che ci ha governati, con i maestri e le maestre che ci hanno formato. Attraverso il contributo di diversi autori quali William Shakespeare, Edouard Louis, Carlo Collodi, Albert Camus, Joel Pommerat, Wajdi Mouawad e altri, metteremo in moto dei progetti autoriali che partiranno dalle parole e dalla riflessioni proposte dai partecipanti.

QUANDO E DOVE? A Rocca di Mezzo (AQ) dal 10 al 16 Agosto 2022.

COME CANDIDARSI? Inviare una mail a tiq.altopiano@gmail.com con oggetto “CANDIDATURA “PADRI NOSTRI” e con allegato una foto e una breve bio o curriculum entro e non oltre le 23.59 del 10 Luglio 2022.

SELEZIONE E COSTO? Il laboratorio ha un costo di €150 (non comprensivo di vitto e alloggio che saranno a carico dei partecipanti) ed è pensato per massimo 15 persone. 3 posti gratuiti saranno destinati (sempre a seguito della presentazione della candidatura) agli artist* che hanno partecipato ai seguenti incontri tenuti da Businaro nel 2021: Padri Nostri 2021, Questo gioco è inutile, Adieu.

Alessandro Businaro è un artista interdisciplinare che lavora mettendo insieme live performance, fotografia, sound design e ricerca archivistica. Ha iniziato i suoi studi alla Scuola di teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” per poi proseguire all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma. Nel 2018 e nel 2019 ha partecipato alla Biennale College - Registi Under 30, venendo selezionato entrambe le volte trai sei finalisti. A Settembre 2020 Alessandro è stato invitato alla 48esima edizione della Biennale Teatro con lo spettacolo “George II”, un lavoro basato sulla paura del diverso e sulla creazione di meccanismi di post-verità. Nel 2021 ha iniziato il suo percorso da direttore artistico di Teatro in Quota, un festival di arte performativa in Abruzzo, nella piccola cittadina di Rocca di Mezzo (AQ), sviluppando un programma di 5 anni. Nel 2021 ha curato la regia di una trilogia sul tema dell’identità chiamata “Abitare lo specchio” prodotta dal Teatro Stabile del Veneto e ad Aprile 2022 ha fondato con altri 5 registi provenienti da 5 paesi diversi (USA, Spagna, Bulgaria, Germania, UK) “El Encuentro”, un collettivo transnazionale di artisti che lavorano insieme con l’obiettivo di produrre una nuova forma di teatro partecipativo. 

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"Specie di spazi”   𝘓𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘍𝘢𝘣𝘪𝘰 𝘊𝘰𝘯𝘥𝘦𝘮𝘪
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"Specie di spazi” 𝘓𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘍𝘢𝘣𝘪𝘰 𝘊𝘰𝘯𝘥𝘦𝘮𝘪

Foto di Stefano Triggiari

Il laboratorio tenuto da Fabio Condemi dal 10 al 16 Agosto 2022 a Rocca di Mezzo (AQ) ha come obbiettivo la produzione di testi e brevi performance a partire dagli esercizi di scrittura e di osservazione proposti da Georges Perec nel suo libro Specie di spazi. Durante il laboratorio leggeremo dei testi e da questi ricaveremo degli esercizi. Il tema centrale è lo spazio, o meglio, gli spazi e il loro rapporto con la nostra vita. I partecipanti dovranno scrivere dei testi (che discuteremo durante gli incontri) e immaginare delle brevi performance o installazioni basate sullo spazio.

Il laboratorio è aperto a drammaturghi e drammaturghe, performer, danzatori e danzatrici , artiste e artisti visivi, musicisti e musiciste e a non professionisti che hanno voglia di confrontarsi su questo tema.

QUANDO E DOVE? A Rocca di Mezzo (AQ) dal 10 al 16 Agosto 2022.

COME CANDIDARSI? Inviare una mail a tiq.altopiano@gmail.com con oggetto “CANDIDATURA “SPECIE DI SPAZI” e con allegato una foto, una breve bio o curriculum e una lettera motivazionale entro e non oltre le 23.59 del 10 Luglio 2022.

SELEZIONE E COSTO? Il laboratorio ha un costo di €150 (non comprensivo di vitto e alloggio che saranno a carico dei partecipanti) ed è pensato per massimo 12 persone.


Fabio Condemi è nato a Ferrara il 5 giugno del 1988.
Nel 2011 si diploma al corso propedeutico della scuola del Teatro Stabile di Genova e nel 2012 inizia il corso di regia dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, dove si diploma nel 2015 con Bestia da stile di Pier Paolo Pasolini. Come regista comincia nel 2012 con uno studio sul dramma Esuli di James Joyce. Nel 2015, in occasione dell’anniversario dei quarant’anni dalla morte di Pasolini ha curato la riduzione radiofonica del “Manifesto per un nuovo teatro”. Nel 2016 mette in scena Bestia da stile di Pier Paolo Pasolini. Nel 2017 presenta il suo studio Il sonno del calligrafo tratto dal romanzo “Jakob Von Gunten” di Robert Walser alla sezione College della Biennale Teatro di Venezia, ricevendo una menzione speciale per “il rigore e l’inattesa ironia con cui ha affrontato un autore complesso come Robert Walser (...)”.
Nel 2018 il suo lavoro Jakob Von Gunten debutta alla Biennale Teatro di Venezia. Nel 2019 ha diretto Gabriele Portoghese nel monologo Questo è il tempo in cui attendo la grazia, tratto dai testi poetici e dalle sceneggiature di Pasolini.
Nel 2021 ha vinto il Premio Ubu - Miglior Regia per La filosofia del boudoir presentato alla Biennale Teatro 2020 e prodotto da TPE e Teatro di Roma e attualmente sta lavorando su Calderon di Pasolini e su Nottuari, spettacolo ispirato alle opere di Thomas Ligotti.

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"35040"𝘥𝘪 𝘈𝘭𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘥𝘳𝘰 𝘉𝘶𝘴𝘪𝘯𝘢𝘳𝘰
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"35040"𝘥𝘪 𝘈𝘭𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘥𝘳𝘰 𝘉𝘶𝘴𝘪𝘯𝘢𝘳𝘰

Lo spettacolo si svolgerà alle ore 17.45 presso Piani di Pezza e avrà una durata di 75 minuti circa. Il luogo è raggiungibile in macchina a circa 7 minuti dal centro di Rocca di Mezzo (AQ)

Nella vita operiamo una continua narrazione del nostro passato, unendo quotidianamente i punti e mettendo in fila ogni cosa secondo un maniacale principio di causalità. Siamo una memoria che agisce. Siamo una carta da gioco rara, che scambiamo e facciamo desiderare al mondo che ci circonda. Siamo un’azione narrativa che guarda le tracce del passato e mette in moto uno sguardo sul futuro, attraverso la previsione. Cosa rimarrà domani? A cosa mi servirà questo oggi non ancora griffato? Quando arriverà il successo? Vivere è tendere a un participio passato. Ci identifichiamo guardando indietro e osservando oltre l’accadimento. Lo facciamo applicando a ogni cosa un principio di continuità e causalità che, come dice il linguista e cognitivista Noam Chomsky, ci accompagna fin dai primi giorni di vita. Chomsky porta l’esempio di una bambina di 2 anni che guarda una macchinina elettrica muoversi avanti e indietro varie volte. A un tratto, improvvisamente, la macchinina si rovescia, interrompendo il suo movimento. La reazione immediata della bambina è quella di cercare attorno a sé un agente esterno (il genitore o un ostacolo) che possa aver provocato quell’accadimento, che possa esserne stato la causa. Secondo Chomsky, questa falso principio di continuità è alla base dello sviluppo cognitivo di ogni persona che mette in atto la propria indagine sul mondo, in uno spazio/tempo inscindibile. 

35040 è il codice di avviamento postale di Villa Estense (PD), luogo di nascita della famiglia Businaro in cui i genitori di Alessandro hanno vissuto e continuano a vivere da quasi 60 anni e da cui Alessandro e la sorella si sono allontanati da qualche tempo. Da qui prende il via il primo studio di Alessandro Businaro sull’inevitabile visione soggettiva del mondo che ci circonda e si concentra in particolare sul tema della “casa”, dello spazio domestico e quindi della famiglia. Businaro sviluppa in alta quota un dispositivo attraverso il quale ogni individuo tra il pubblico ascolterà una testimonianza diversa di episodi e luoghi del passato e la potrà connettere autonomamente, secondo il proprio punto di vista, con degli accadimenti fisici che avverranno davanti agli occhi di tutti, attraverso un lavoro coreografico nello spazio. Chi costruisce la drammaturgia? A chi spetta il compito di giustificare un accadimento?

ideazione, drammaturgia, progetto sonoro e visivo di Alessandro Businaro

con Caterina Benevoli, Norman Quaglierini, Francesca Santamaria e Elia Tapognani

con le testimonianze di Alessandro Businaro, Chiara Businaro, Luciano Businaro e Stefania Zago

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“YYY” 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘋𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘍𝘦𝘭𝘭𝘪
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“YYY” 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘋𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘍𝘦𝘭𝘭𝘪

Il concerto si svolgerà alle ore 21.30 a Piani di Pezza, a 7 minuti in macchina dal centro di Rocca di Mezzo (AQ).

YYY. You-Your-Years è un percorso elettronico che include brani eseguiti dal vivo ed acusmatici. È una raccolta di paesaggi ed eventi sonori collezionati nell’arco degli ultimi anni e ricomposti con l'obiettivo di ricercare il delirio, la sospensione del giudizio, l’introspezione in forma meditativa e l’accettazione del tradimento delle proprie aspettative. Nella sua forma di suono puro YYY è la scenografia di un sogno, un contenitore di sensazioni primordiali e viscerali come quelle che abbiamo provato da bambini.

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“Il mio corpo è c̶o̶m̶e̶ un monte” - uno studio 𝖽𝗂 𝖦𝗂𝗎𝗅𝗂𝖺 𝖮𝖽𝖾𝗍𝗍𝗈
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“Il mio corpo è c̶o̶m̶e̶ un monte” - uno studio 𝖽𝗂 𝖦𝗂𝗎𝗅𝗂𝖺 𝖮𝖽𝖾𝗍𝗍𝗈

Ore 21.30 presso Palestra L . Sebastiani - Rocca di Mezzo (AQ)

Il mio corpo è come un monte è un lavoro che parte dall’espressione di un desiderio razionalmente irrealizzabile: voler essere una montagna. Logicamente è un desiderio che non potrà mai essere soddisfatto. Tuttavia, la potenza del desiderio è in grado di togliere forza alle regole della razionalità. Affidandosi ad altri livelli di percezione e puntando su un immaginario vivido e stimolato, il corpo umano può essere visto come una montagna e poi addirittura percepito tale, non solo nella forma, ma anche nella sua essenza.

La performance è un tragitto visivo e sonoro in questo desiderio
La potenza del desiderio può togliere forza alle regole della razionalità, le quali non permetterebbero di esaudirlo. Ma affidandosi ad altri livelli di percezione, abbandonando una fruizione logica degli elementi scenici e puntando su un immaginario vivido e stimolato, un essere umano può essere una montagna. Sfruttando la componente ipnotica della performance e dell’installazione visiva e sonora, avvicina lo spettatore ad un diverso stato di percezione, non affidato alla comprensione logica di quanto accade in scena: un percorso di accettazione dell’irrazionale.

concept, testi e regia Giulia Odetto
ambientazione sonora Lorenzo Abattoir
con Lidia Luciani, Daniele Giacometti, Giulia Odetto
aiuto regia e drammaturgia Antonio Careddu
con il tutoraggio di Filippo Andreatta 

 

Progetto vincitore di Powered by REf 2021

coprodotto da Romaerupa Festival e Mirabilia – International Circus & Performing Arts Festival

in partnership con Romaeuropa Festival nell’ambito di ANNI LUCE osservatorio di futuri possibili

In collaborazione con Carrozzerie | n.o.t

Co-realizzazione residenze Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio In network con ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini con il supporto di KOMM TANZ/PASSO NORD progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto In collaborazione con OHT – Office for a Human Theatre 

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“Peso Piuma” 𝖽𝗂 𝖾 𝖼𝗈𝗇 𝖲𝗂𝗅𝗏𝗂𝖺 𝖦𝗋𝗂𝖻𝖺𝗎𝖽𝗂
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“Peso Piuma” 𝖽𝗂 𝖾 𝖼𝗈𝗇 𝖲𝗂𝗅𝗏𝗂𝖺 𝖦𝗋𝗂𝖻𝖺𝗎𝖽𝗂

PESO PIUMA è una performance ispirata a “La morte del cigno” e in particolare alla prima versione composta nel 1901, creata dal coreografo Michel Fokine e danzata da Anna Pavlova, andata in scena per la prima volta nel 1907 a San Pietroburgo.

Anna Pavlova nella sua interpretazione inserisce nella coreografia movimenti che sono espressione del suo sentire, compiendo un atto rivoluzionario che tradisce i codici della danza del 1900: i ruoli di autorialità tra coreografo e interprete sconfinano e sfumano.

La danza che viene portata in scena è sia del coreografo che dell’interprete, impossibile sapere quanto sia dell’uno oppure dell’altra.
Quale eredità rimane per chi danza quella coreografia ?
Come si trasmette un movimento e come viene reinterpretato ?
Dove si incontrano nel corpo passato e presente ?
In che modo il gesto trascende iltempo?

“In 15 minuti, insieme con il pubblico, ripeto la ricerca dell’intimità del corpo, l’abbandono ad esso. Un ricostruire nuovi movimenti, con fatica e felicità, ripetendo quelle braccia e quel collo spezzato della Pavlova. Cerco di partire dal mio corpo con quei passi che danno slancio dentro alla caduta. E’ un cadere per rialzarsi.”

di e con Silvia Gribaudi
musica Nicola Ratti
produzione Associazione Culturale Zebra
foto di Andrea Macchia, courtesy Festival Bolzano Danza***

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“IL CORPO LIBERO” 𝘓𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘚𝘪𝘭𝘷𝘪𝘢 𝘎𝘳𝘪𝘣𝘢𝘶𝘥𝘪
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“IL CORPO LIBERO” 𝘓𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘚𝘪𝘭𝘷𝘪𝘢 𝘎𝘳𝘪𝘣𝘢𝘶𝘥𝘪

Il laboratorio si terrà giovedì 4 Agosto e venerdì 5 Agosto entrambi i giorni dalle 10 alle 12 in Via dell’Oratorio, nella piazzetta di fronte al Municipio.

Il lavoro di Silvia Gribaudi incarna leggerezza, ironia e libertà. Il laboratorio è un’esperienza della dimensione poetica, tra la vivacità e la presenza del corpo, dove la dimensione catartica dello humour e del gioco trovano espressione nella fisicità e gestualità di ogni individuo. Durante il laboratorio ci sarà un’esplorazione del corpo vitale, attraverso un’alternanza tra la dimensione ludica e tecnica della ricerca. Attraverso delle proposte che combinano danza contemporanea, clown, e che valorizzano in particolare il tema del ‘fallimento’, l’imperfezione e l’errore diventano la più grande opportunità espressiva. Come rivitalizzare la fisicità dei corpi con autoironia e il dinamismo della danza? Come il movimento cambia la percezione del proprio corpo attraverso un’atmosfera giocosa?

Il laboratorio è aperto a tutta la cittadinanza di Rocca di Mezzo (AQ) e qualsiasi persona voglia partecipare senza alcuna restrizione e si terrà a Rocca di Mezzo (AQ) il 4 e il 5 Agosto 2022.

Il laboratorio è completamente gratuito e non è necessario alcun tipo di prenotazione o iscrizione.

Silvia Gribaudi è una coreografa italiana attiva nelle arti performative. Dal 2004 focalizza la propria ricerca artistica sull'impatto sociale del corpo, mettendo al centro del linguaggio coreografico la comicità e la relazione tra spettatore e performer. Premio Giovane Danza D’Autore con “A CORPO LIBERO”(2009), finalista Premio UBU come migliore spettacolo di danza e finalista Premio Rete Critica con R.OSA (2017), Premio CollaborAction#4 2018-2019, finalista Premio Rete Critica 2019, Premio DANZA&DANZA 2019 come miglior produzione Italiana con GRACES e Premio Hystrio Corpo a Corpo 2021. Ha partecipato a progetti artistici di ricerca quali: CHOREOROAM (2011), TRIPTYCH (2013), ACT YOUR AGE (2014) progetto europeo sull’invecchiamento attivo attraverso l’ arte della danza, da cui è nata la performance WHAT AGE ARE YOU ACTING? e il progetto territoriale OVER 60; PERFORMING GENDER (2015); CORPO LINKS CLUSTER (2019/2020) in cui la relazione tra danza, montagna e comunità montana ha dato vita al progetto site specific TREKKING COREOGRAFICO e allo spettacolo MONJOUR (2021) prodotto da Torinodanza Festival in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto e Les Halles de Schaerbeek - Bruxelles. Nel 2021 è coreografa ospite per “Danser Encore, 30 solos pour 30 danseurs” progetto per l’Opéra de Lyon mentre a giugno 2023 debutterà la nuova produzione WHERE DOES A BALLET END? coprodotta da MM Contemporary Dance Company (IT), La Biennale de Lyon (FR), Théâtre de la Ville (FR), Torinodanza Festival (IT) e dal network internazionale Big Pulse Dance Alliance. 

I suoi spettacoli sono presenti in numerosi Festival Nazionali ed Internazionali e vengono realizzati in processi creativi al cui centro c'è il dialogo e l'incontro poetico con altri/e artisti/e, compagnie e comunità.

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“Disprezzo della donna” 𝘥𝘪 𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘍𝘳𝘰𝘴𝘪𝘯𝘪 / 𝘛𝘪𝘮𝘱𝘢𝘯𝘰
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“Disprezzo della donna” 𝘥𝘪 𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘍𝘳𝘰𝘴𝘪𝘯𝘪 / 𝘛𝘪𝘮𝘱𝘢𝘯𝘰

Noi vogliamo glorificare la guerra, sola igiene del mondo, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
(Punto 9. del Primo Manifesto del Futurismo, 1909)

Disprezzo della donna. Il futurismo della specie è una cantata a due voci dedicata ai  futuristi ed al disprezzo della donna: uno spettacolo contro la donna che ostacola la marcia  dell'uomo, contro quei fantasmi romantici che si chiamano donna unica, amore eterno e  fedeltà, contro il femminismo e contro la famiglia, contro la democrazia e contro il  parlamentarismo. Uno spettacolo femminista, composto da materiali che non lo sono  affatto. 

L’immaginario sulla donna che emerge con violenza dallo spettacolo ci appare  lontanissimo, eppure ancora riconoscibile e attuale, quasi sempre fastidioso e intollerabile,  perché ci son cose che oggi – forse - non si possono più dire né pensare ma che ahimè  ancora ci appartengono, e 100 anni dopo sono qui, tra noi, in noi. Attorno al tema della  donna si addensano altri temi, altrettanto riconoscibili oggi: pacifismo, interventismo, la  politica e la guerra, la marginalità dell’arte e degli artisti, i nazionalismi, il populismo, l’omofobia, l’industria del turismo, l’individualismo esasperato.  

Il movimento che voleva rompere tutti i ponti con il passato ed ha rivoluzionato tutti i codici  artistici, rispetto alla donna è profondamente, anche se contraddittoriamente, tradizionale,  costantemente in bilico tra il rifiuto degli schemi romantici e della tradizione ed il continuare  ad inscriversi in una visione del mondo patriarcale e maschile. Liberamente tratto da  diversi testi e manifesti di Filippo Tommaso Marinetti, Maria D’Arezzo, Enrica Piubellini,  Volt, Depero, Emilio Settimelli, Giovanni Papini, Valentine De Saint-Point, Rosa Rosà,  Adele Clelia Gloria, Irma Valeria, Libero Altomare, Benedetta Cappa Marinetti ed altri  autori ed autrici del Futurismo italiano, Disprezzo della donna è una cantata dove non si  canta perché non c’è più niente da cantare, tutt'al più si può stonare, nel tentativo di capire  perché il Futurismo non aveva futuro.

Drammaturgia, regia e interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
Disegno luci Omar Scala
Disegno del suono Lorenzo Danesin
Costumi Marta Montevecchi
Collaborazione alla drammaturgia e regia Francesca Blancato

organizzazione Laura Belloni
foto Lucia Baldini
produzione Gli Scarti, Frosini/Timpano – Kataklisma Teatro in collaborazione con Salerno Letteratura Festival

Immagine del manifesto Valentina Pastorino

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“MODÙ!” 𝖽𝗂 𝖾 𝖼𝗈𝗇 𝖤𝗅𝗂𝖺 𝖳𝖺𝗉𝗈𝗀𝗇𝖺𝗇𝗂
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“MODÙ!” 𝖽𝗂 𝖾 𝖼𝗈𝗇 𝖤𝗅𝗂𝖺 𝖳𝖺𝗉𝗈𝗀𝗇𝖺𝗇𝗂

MODÙ! è una performance di clown. Un linguaggio antico che ci obbliga al presente, all'accadimento.

Un lustrascarpe in scena si prepara alla giornata lavorativa e cerca clienti. Il fallimento, il caos e la precisone del gesto portano a una perenne contestazione della realtà. Lo spazio scenico è un surrogato di circo in cui lo spettatore è portato a ridere della propria sana stupidità. Spettacolo adatto a tutti i tipi di scarpe.

Di e con Elia Tapognani

Consulenza artistica André Casaca e Agnese Mercati

Partner produttivi Teatro C'art, Teatro della Caduta, Spazio Effebi19

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“end-to-end” 𝘥𝘪 𝘈𝘯𝘥𝘳𝘦𝘢 𝘋𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘉𝘦𝘯𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘦 𝘓𝘢𝘶𝘳𝘢 𝘈𝘤𝘤𝘢𝘳𝘥𝘰
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“end-to-end” 𝘥𝘪 𝘈𝘯𝘥𝘳𝘦𝘢 𝘋𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘉𝘦𝘯𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘦 𝘓𝘢𝘶𝘳𝘢 𝘈𝘤𝘤𝘢𝘳𝘥𝘰

Progetto Vincitore dell’Open Call Residenza 2021

La crittografia end-to-end è un sistema di comunicazione grazie a cui, nello scambio da un estremo (end) all’altro, il messaggio è cifrato dal mittente e potrà essere decodificato solo dal destinatario. La parola end è traducibile sia come estremo che come fine.
A partire dalla chat di una relazione sentimentale conclusa, "end-to-end" si pone l’obiettivo di indagare le contraddizioni del linguaggio amoroso e della comunicazione digitale. La chat sembra infatti il luogo di un’intimità condivisa. Tuttavia lo schermo esclude la tridimensionalità dell’altro. Quando questa intimità finisce, cosa lascia dietro di sé?

un progetto di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo

linguista computazionale Dario Del Fante

sguardo esterno Alessandro Businaro

progetto vincitore dell’Open Call Residenza 2021 di Teatro in Quota

Residenza Produttiva Carrozzerie | n.o.t

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