“Per tutta l’infanzia ho sperato nella tua assenza. Tornavo da scuola nel tardo pomeriggio, verso le cinque. Sapevo, nel momento preciso in cui ero quasi arrivato, che se la tua macchina non era parcheggiata davanti a casa voleva dire che eri andato al bar o da tuo fratello e che saresti rientrato tardi, forse alle prime ore della notte. Se non vedevo la tua macchina sul marciapiede davanti a casa sapevo che avremmo mangiato senza di te, che mia madre avrebbe finito per fare spallucce servendoci la cena e che non ti avrei visto prima dell’indomani. Tutti i giorni, quando mi avvicinavo alla nostra via, pensavo alla tua macchina e pregavo tra me e me: fa’ che non ci sia, fa’ che non ci sia, fa’ che non ci sia”

“Chi ha ucciso mio padre” di Edouard Louis

7 giorni di lavoro collettivo per indagare insieme ad un gruppo di attori e attrici e attraverso il corpo e la drammaturgia, cosa significhi, ora, nel contemporaneo, essere figli.
Un attraversamento che svolgeremo attraverso materiali assegnati che possano restituire un quadro multiforme di un eterno conflitto. Euripide, Shakespeare, Pasolini, Lagarce, Edoauard Louis e diversi altri autori ci accompagneranno durante le giornate del laboratorio.
Questa volontà di incontro nasce a seguito di un lavoro di 4 anni che Alessandro Businaro ha condotto con il dramaturg Stefano Fortin dando alla luce “George II”, spettacolo sulla figura di Bush figlio che ha debuttato alla Biennale di Venezia 2020, e la trilogia “Abitare lo specchio” prodotta dal Teatro Stabile del Veneto che ha debuttato a fine Giugno 2021.

Partecipanti: Lorenzo Guadalupi, Maria Chiara Arrighini, Letizia Alaide Russo, Rocco Ancarola, Eleonora Panizzo, Elia Tapognani, Agnese Mercati, Luca Filippi, Eros Pascale, Norman Quaglierini, Elisa Pastore, Marianna Folli, Dalila Reas.